Cultura

L’arte e il teatro che liberano la vita

Coinvolgere con attività artistiche, culturali e teatrali anche persone in gravi difficoltà psichiche e motorie

di Valentina Cipr

Dario, Rosalba, Maria, Totò, Alfonso e Renato sono sei giovani intorno alla trentina. La loro casa è il reparto discinetici dell??Enrico Albanese? di Palermo. Vi sono entrati in tenera età per le loro gravi cerebrolesioni e, da allora, in barba alle leggi e al buon senso di chi ci governa, sono cresciuti tra le mura dell?ospedale. I familiari non sono stati messi in grado di accudirli, alcuni hanno deciso di dimenticarli altri vanno a trovarli costantemente. Le loro vite sono state monotone e grigie e poi, improvvisamente, è entrato il colore sotto forma dell?associazione Tri Motra, un sodalizio nato allo scopo di coinvolgere attraverso il canale privilegiato dell?arte le persone in difficoltà. «Abbiamo cominciato nel ?96 con un progetto di una settimana», dice Alessandra Pizzullo, presidente dell?associazione «ci siamo avvicinati a questi giovani con il timore riservato a una realtà sconosciuta e abbiamo scoperto una ricchezza inimmaginabile». Il successo ha fatto sì che il progetto si ripetesse per altre due volte e poi a dicembre, grazie alla collaborazione dell?assessorato comunale alla cultura, ha preso il via: ?L?ospedale e gli artisti?, un?iniziativa che terminerà a giugno 2000. Un?équipe, coordinata dalla Pizzullo, segue i giovani avvalendosi della collaborazione di artisti come Yves Legal un francese che cura il laboratorio di pittura e che ha dato ai ragazzi la possibilità di dipingere armadi, porte e muri rendendo la ?casa? certamente più allegra ed accogliente.

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